L’efficienza energetica rappresenta uno degli strumenti più potenti per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni. Nonostante ciò, il suo potenziale rimane ancora in gran parte inutilizzato e gli sforzi globali non hanno raggiunto la velocità necessaria per centrare i target fissati al 2030.
L’impegno internazionale: l’accordo di Dubai
Alla COP28 di Dubai (2023), quasi 200 Paesi hanno firmato un accordo storico: raddoppiare il tasso medio annuo di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030. Per quello che spesso viene definito lo “Sleeping Giant” della transizione, si è trattato del riconoscimento politico più rilevante mai ottenuto. Un segnale che ha posto le basi per obiettivi nazionali più ambiziosi e azioni concrete.
L’efficienza al centro della fiera KEY 2026
Non a caso, questo tema sarà uno dei cardini di KEY – The Energy Transition Expo, la manifestazione internazionale di Italian Exhibition Group che tornerà a Rimini dal 4 al 6 marzo 2026. L’evento metterà sotto i riflettori tecnologie e soluzioni innovative per un uso più razionale dell’energia, offrendo uno spazio di confronto tra istituzioni, associazioni, amministrazioni pubbliche e imprese.
I dati IEA: progressi insufficienti
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), negli ultimi due anni il miglioramento dell’intensità energetica primaria – indicatore chiave dell’efficienza – si è fermato all’1% annuo. Un valore che rappresenta circa la metà rispetto alla media del decennio 2010-2019.
Il rallentamento si osserva soprattutto nelle economie sviluppate, mentre in diversi paesi emergenti i progressi sono rimasti stabili o leggermente in crescita.
Un altro indicatore importante è il tasso di elettrificazione, cioè l’aumento della quota di elettricità nei consumi finali. Nel 2024 ha segnato un +2%, portando l’incidenza dell’elettricità dal 17% del 2010 al 21% nel 2024.
Una domanda elettrica in rapida crescita
La crescita dei consumi elettrici non è legata soltanto all’elettrificazione degli usi finali. Nel 2024 la domanda è aumentata di circa il 4%, trainata anche dalle temperature elevate e dal maggior ricorso ai sistemi di raffrescamento.
In più di 40 Paesi – tra cui Brasile, Cina, India, Messico e Stati Uniti – si sono registrati picchi record di richiesta energetica durante le ondate di calore. In diversi casi si sono verificati blackout o interruzioni di rete.
In Italia, Terna ha confermato che il fabbisogno elettrico cresce sensibilmente durante le estati più calde: per ogni grado oltre i 27°C, il consumo nazionale aumenta di oltre 2.000 MW.
L’Unione Europea e i target al 2030
L’UE si è data un obiettivo vincolante: ridurre il consumo energetico dell’11,7% entro il 2030 rispetto alle stime 2020. I progressi ci sono, ma i numeri non sono ancora in linea con il target.
Al momento, le proiezioni indicano un consumo di 794,1 Mtep, con un divario di oltre 30 Mtep rispetto al traguardo fissato. In pratica, l’Europa sta puntando a una riduzione dell’8,1% invece dell’11,7% previsto. Un gap che equivale ai consumi annui di un Paese come il Belgio.
Il caso Italia
Il PNIEC italiano fissa il consumo finale a 101,7 Mtep, ben al di sopra dei 93,05 Mtep richiesti da Bruxelles. La Commissione europea ha evidenziato lacune significative: mancano stime puntuali sui risparmi energetici delle misure adottate, così come un’analisi dettagliata sul settore del riscaldamento e raffrescamento.
Nonostante ciò, alcuni progressi si vedono. Nel 2023 l’ENEA ha registrato una riduzione di oltre 3,6 Mtep di consumi finali grazie a strumenti come i Certificati Bianchi, il Conto Termico e soprattutto gli incentivi fiscali per la riqualificazione edilizia, che hanno inciso per 0,676 Mtep solo nell’ultimo anno.
Dieci principi strategici per accelerare l’efficienza
Durante la Conferenza annuale IEA sull’efficienza energetica, sono stati individuati dieci principi guida che possono aiutare i governi a colmare il divario:
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Integrare l’efficienza nelle politiche trasversali per i suoi benefici ambientali, sociali ed economici.
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Favorire la creazione di nuovi posti di lavoro legati al settore.
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Stimolare la domanda di soluzioni efficienti.
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Potenziare i canali di finanziamento dedicati.
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Usare la digitalizzazione per migliorare i sistemi energetici.
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Dare il buon esempio con edifici e strutture pubbliche.
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Coinvolgere cittadini e imprese in un approccio inclusivo.
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Sfruttare le scienze comportamentali per politiche più mirate.
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Rafforzare la cooperazione internazionale.
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Accelerare l’innovazione e il trasferimento tecnologico.
In sintesi: i progressi ci sono, ma non bastano. Perché l’efficienza energetica esprima tutto il suo potenziale, occorre un salto di qualità in termini di ambizione politica, investimenti e collaborazione internazionale.