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Il Sud-Est Asiatico compie un passo concreto verso un futuro più sostenibile. Nel corso del 43° Incontro dei Ministri dell’Energia dell’ASEAN, svoltosi a Kuala Lumpur il 15 ottobre 2025, i dieci Paesi membri hanno approvato il Piano d’Azione per la Cooperazione Energetica 2026-2030.
L’obiettivo principale è ambizioso: portare la capacità energetica rinnovabile al 45% entro il 2030, rafforzando al contempo la sicurezza energetica e la cooperazione regionale.

Un piano strategico per un futuro più sicuro e sostenibile

Il nuovo documento definisce una roadmap quinquennale per consolidare l’integrazione energetica tra i Paesi dell’ASEAN e affrontare in modo coordinato le sfide climatiche ed economiche.
Tra i principali traguardi previsti:

  • 45% di capacità installata da fonti rinnovabili entro il 2030
  • 30% di energia rinnovabile nel mix energetico primario
  • Riduzione del 40% dell’intensità energetica rispetto ai livelli del 2005

L’obiettivo è chiaro: costruire un sistema energetico più resiliente, decarbonizzato e inclusivo, in grado di sostenere la crescita economica della regione senza compromettere l’ambiente.

Un enorme potenziale rinnovabile ancora da valorizzare

Secondo l’International Energy Agency (IEA), il Sud-Est Asiatico è una delle aree più dinamiche del mondo in termini di crescita della domanda elettrica, che nel 2024 è aumentata del 7%, quasi il doppio della media globale.

La domanda di elettricità è destinata a raddoppiare entro il 2050, spinta da urbanizzazione, industrializzazione e miglioramento del tenore di vita.
Nonostante questo, la regione resta ancora fortemente dipendente dalle importazioni di combustibili fossili.

Il potenziale rinnovabile, però, è enorme: le risorse solari ed eoliche potrebbero generare fino a 20 terawatt, ovvero 55 volte la capacità attuale. Inoltre, fotovoltaico ed eolico sono ormai tra le tecnologie più competitive sul piano economico, offrendo un percorso realistico verso la riduzione delle emissioni e la sicurezza energetica.

Otto Paesi su dieci dell’ASEAN hanno già fissato target di neutralità carbonica, mentre cresce il numero di accordi di acquisto diretto di energia verde tra imprese e produttori locali, a conferma della volontà di accelerare la transizione.

Una transizione gestibile con misure a basso costo

Il rapporto dell’IEA evidenzia che l’incremento della quota di energie rinnovabili, pur comportando nuove sfide, può essere gestito con strumenti tecnici collaudati e investimenti sostenibili.
Attualmente, fatta eccezione per il Vietnam, la maggior parte dei Paesi ASEAN si trova ancora nella fase iniziale di integrazione delle rinnovabili, dove l’impatto sulle reti elettriche è limitato.

Per rendere più efficiente la transizione, basterebbero misure pratiche come:

  • gestione più flessibile delle centrali esistenti
  • previsioni meteorologiche più accurate per la produzione rinnovabile
  • aggiornamento dei codici di rete
  • modernizzazione dei sistemi di monitoraggio

A ciò si aggiunge il contributo delle tecnologie intelligenti, come i condizionatori smart e le stazioni di ricarica per veicoli elettrici, che possono favorire l’integrazione delle fonti pulite riducendo allo stesso tempo i costi per i consumatori.

ASEAN verso un nuovo modello energetico

Con l’adozione del Piano 2026-2030, l’ASEAN conferma il proprio impegno nel costruire una rete energetica regionale integrata, in grado di sostenere la crescita economica e proteggere il pianeta.
Il percorso verso il 2030 sarà decisivo per trasformare il Sud-Est Asiatico in un hub energetico rinnovabile, esempio di equilibrio tra sviluppo, sostenibilità e cooperazione.

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