Dopo mesi di attesa, la Comunità Europea ha finalmente dato il via libera al Decreto italiano che definisce l’incentivo per le Comunità Energetiche Rinnovabili.
Con un unico Decreto è stata individuata una doppia misura: una tariffa incentivante sull’energia (prodotta da fonti rinnovabili) e un contributo a fondo perduto in favore delle CER installate in piccoli comuni. Scopriamo di cosa si tratta.
Cosa sono le CER, Comunità energetiche Rinnovabili
L’incentivo appena approvato da Bruxelles è dedicato interamente alla costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili e non riguarda le installazioni di impianti fotovoltaici privati. Vale la pena, pertanto, chiarire che le CER sono associazioni di cittadini che producono e condividono energia rinnovabile, gestendosi in maniera autonoma, e riuscendo così ad abbattere i costi di installazione e manutenzione.
Delle Comunità Energetiche Rinnovabili possono far parte cittadini privati, attività commerciali, imprese, pubbliche amministrazioni, e altri utenti.
Come si costituisce una CER
All’atto pratico, una Comunità Energetica Rinnovabile si realizza in questo modo:
- Un gruppo di cittadini si costituisce come soggetto giuridico autonomo (ad esempio, un’associazione per la CER più piccole o una cooperativa per le CER di grandi dimensioni).
- Individuata l’area dove si intende costruire l’impianto di produzione di energia pulita, si procede alla sua realizzazione.
- Quando l’impianto è messo in funzione, la comunità condivide l’energia da esso prodotta utilizzandola nelle proprie abitazioni, uffici, attività commerciali, etc…
L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della comunità, ma può anche essere messo a disposizione da un soggetto terzo.
Ecco come le Comunità Energetiche Rinnovabili si configurano come una preziosa risorsa ambientale e sociale che può contribuire alla transizione ecologica in maniera molto più determinante rispetto ai singoli impianti privati installati di abitazione in abitazione.
L’incentivo dedicato alle CER
Il Decreto Italiano approvato a Bruxelles pochi giorni fa mette a disposizione un fondo di 5,7 miliardi di euro per incentivare la realizzazione di CER su tutto il territorio italiano. Gli strumenti finanziari messi in campo sono di due tipi:
1. Tariffa incentivata
Per le CER realizzate sul territorio nazionale italiano, è prevista una tariffa incentivante sull’energia prodotta e condivisa dalle CER che comporterà un risparmio sul costo dell’energia per i membri della comunità.
Le comunità potranno usufruire delle tariffe agevolate fino al 31 dicembre 2027 e la potenza massima agevolabile è pari a 5 Gigawatt.
Questa misura attinge ad un fondo previsto di 3,5 miliardi di euro finanziato mediante un prelievo sulle bollette dell’energia elettrica di tutti i consumatori.
Requisiti di accesso alla tariffa incentivata
Per poter accedere alla tariffa incentivante:
- le Comunità Energetiche Rinnovabili devono essere già costituite alla data di presentazione della richiesta di incentivo.
- gli impianti di produzione e gli utilizzatori facenti parte della CER devono essere connessi alla rete di distribuzione tramite punti di connessione facenti parte dell’area sottesa alla stessa cabina primaria.
- in caso di superamento dei limiti soglia di condivisione all’energia, i benefici economici devono essere equamente divisi tra i membri della comunità oppure destinati a finalità sociali aventi ricadute sui territori dove sono installati gli impianti.
2. Il Contributo a Fondo Perduto
Il contributo a Fondo Perduto è riservato esclusivamente alle CER istituite in Comuni Italiani che contano meno di 5000 abitanti e finanzia fino al 40% dell’investimento iniziale effettuato per l’installazione di un nuovo impianto di produzione di energia pulita o per il potenziamento di un impianto già esistente.
Sono agevolabili gli impianti con una potenza fino a 2 Gigawatt e realizzati prima del 30 giugno 2026.
Per questa misura è stato messo a disposizione un fondo di 2,2 miliardi di euro finanziato tramite le risorse PNRR.
Requisiti di accesso al contributo
Per poter accedere al contributo a fondo perduto:
- Le Comunità Energetiche Rinnovabili devono essere già costituite alla data di presentazione della richiesta di contributo.
- L’avvio dei lavori deve essere successivo alla data della presentazione di richiesta del contributo.
- Dove richiesto, la CER deve aver ottenuto l’autorizzazione alla realizzazione e connessione dell’impianto.
- Dove previsto, la CER deve essere in possesso del preventivo di connessione dell’impianto accettato in via definitiva.
- L’impianto deve entrare in esercizio entro 18 mesi dalla data di ammissione al contributo e comunque non oltre il 30 giugno 2016.
- La connessione dei punti di produzione e degli utilizzatori facenti parte della CER connessi alla rete di distribuzione devono essere sottesi alla stessa cabina primaria.
Spese ammissibili
Le spese finanziabili tramite contributo a fondo perduto sono quelle sostenute per:
- la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili,
- l’installazione di sistemi di accumulo,
- l’acquisto, l’installazione e la manutenzione di macchinari e attrezzature hardware e software,
- la realizzazione di opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’impianto,
- la connessione alla rete elettrica nazionale,
- studi di prefattibilità,
- progettazione e indagini geologiche e geotecniche,
- collaudi tecnici,
- consulenze.
Cumulabilità delle misure
Le tariffe agevolate e il contributo a fondo perduto sono misure cumulabili. Questo significa che le CER istituite in comuni di piccole dimensioni potranno usufruire sia di un risparmio fino al 40% sui costi di messa a punto dell’impianto, sia di tariffe agevolate per gli utilizzatori fino al 2027.
Tipi di impianti rinnovabili agevolati
Il Decreto per le CER non fa distinzione sul tipo di impianto rinnovabile installato per fornire energia alle comunità. Sono agevolabili, pertanto, impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e a biomassa purché siano essi realizzati per essere messi a disposizione di comunità energetiche.
Come ottenere gli incentivi
Per avere accesso alle agevolazioni sopra descritte occorre:
- individuare un’area idonea alla realizzazione dell’impianto,
- individuare altri utenti con cui associarsi,
- avviare la CER con un atto costitutivo che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali
- ottenere le autorizzazioni per l’installazione dell’impianto e la sua connessione alla rete
- richiedere l’incentivo al GSE, (Gestore di Servizi Energetici), l’ente individuato come gestore dell’incentivo e che si occuperà quindi di accogliere le richieste di agevolazione, verificare i requisiti e erogare gli incentivi.
La presentazione del decreto specifica anche che sarà possibile consultare il GSE prima di dare il via ai lavori per verificare che il progetto possa essere ammesso all’incentivo.
Conclusione
L’approvazione del Decreto italiano da parte della Comunità Europea rappresenta un passo significativo verso la promozione delle Comunità Energetiche Rinnovabili in tutto il territorio nazionale. Le misure messe in campo favoriranno non solo la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili, ma anche la creazione di un’importante rete di cittadini, imprese e enti pubblici uniti nell’obiettivo comune di promuovere una transizione energetica sostenibile e inclusiva.