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La dipendenza globale dalle fonti fossili continua ad alimentare l’emergenza climatica e sanitaria del nostro tempo. Le emissioni di gas serra non solo stanno riscaldando il pianeta, ma stanno anche provocando milioni di morti ogni anno per inquinamento atmosferico. A denunciarlo è il Lancet Countdown on Health and Climate Change 2025, l’autorevole rapporto internazionale che analizza il legame tra salute pubblica e cambiamenti climatici.

Un bilancio sempre più drammatico

Secondo l’edizione 2025 del rapporto, ogni minuto nel mondo una persona perde la vita per il caldo. Il documento, frutto del lavoro di oltre 120 esperti internazionali, rappresenta la più ampia analisi finora condotta sugli effetti sanitari della crisi climatica.
I dati mostrano che, tra il 2012 e il 2021, i decessi legati al calore hanno raggiunto una media di oltre mezzo milione all’anno, un incremento di oltre il 60% rispetto al decennio 1990-1999.

Le temperature medie del 2024 hanno superato per la prima volta la soglia di +1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, mentre le emissioni di gas serra hanno toccato nuovi record. In altre parole, il cambiamento climatico sta alterando in modo irreversibile le condizioni ambientali da cui dipende la vita umana.

I sussidi ai combustibili fossili restano altissimi

Nonostante l’evidenza scientifica, nel 2023 i governi mondiali hanno destinato quasi mille miliardi di dollari ai combustibili fossili, più del triplo dei fondi promessi alla COP29 per sostenere i Paesi più vulnerabili.
In alcuni Stati — tra cui Arabia Saudita, Egitto, Algeria e Venezuela — le risorse per i sussidi energetici hanno persino superato la spesa sanitaria pubblica, aggravando ulteriormente la disuguaglianza tra salute e inquinamento.

Perché si muore di più per il caldo

L’aumento delle ondate di calore è una diretta conseguenza dell’accumulo di gas serra nell’atmosfera. Tra il 2020 e il 2024, oltre l’80% degli episodi estremi di calore non si sarebbe verificato senza l’interferenza umana sul clima.

Le persone più esposte sono gli anziani, a causa della ridotta capacità di termoregolazione, e chi soffre di malattie croniche come diabete, patologie cardiovascolari o respiratorie. Anche i neonati e le donne in gravidanza rappresentano gruppi particolarmente vulnerabili: il calore eccessivo può influire sullo sviluppo fetale e aumentare il rischio di parti prematuri.

Nel 2024, l’esposizione alle alte temperature è aumentata del 304% tra gli over 65 e del 389% nei bambini sotto l’anno di età, rispetto ai livelli registrati tra il 1986 e il 2005.

Malattie infettive in aumento con il caldo

Il riscaldamento globale sta modificando anche le condizioni ambientali che favoriscono la trasmissione di malattie infettive. La dengue, in particolare, è in forte crescita: il potenziale di diffusione del virus da parte delle zanzare Aedes albopictus e Aedes aegypti è aumentato rispettivamente del 48,5% e dell’11,6%.

Nel solo periodo gennaio–aprile 2024, l’OMS ha registrato oltre 7,5 milioni di casi di dengue, triplicando i numeri dell’anno precedente. Migliaia di persone hanno contratto forme gravi della malattia, con oltre 3.000 decessi.

Tendenze simili emergono anche per altri virus, come chikungunya, Zika e West Nile, nonché per infezioni trasmesse da zecche e flebotomi. Parallelamente, l’espansione delle aree adatte alla diffusione della malaria preoccupa gli esperti di salute pubblica.

L’impatto dell’inquinamento e delle catastrofi naturali

Il 2024 ha registrato un picco di decessi legati all’inquinamento atmosferico provocato da incendi e siccità estrema. Le precipitazioni violente e le tempeste di sabbia, sempre più frequenti, stanno peggiorando la qualità dell’aria e danneggiando gli ecosistemi.

Clima e salute mentale: un legame invisibile ma reale

Oltre alle conseguenze fisiche, il cambiamento climatico incide anche sul benessere psicologico. Le ondate di calore prolungate e gli eventi estremi possono generare ansia, depressione, stress cronico e disturbi dell’umore, fino a comportamenti autolesivi.

Un futuro che richiede scelte coraggiose

Il rapporto del Lancet Countdown 2025 lancia un messaggio inequivocabile: la crisi climatica è anche una crisi sanitaria globale.
Senza una riduzione drastica delle emissioni e un progressivo abbandono dei combustibili fossili, i rischi per la salute pubblica sono destinati a crescere esponenzialmente.

Investire nelle energie rinnovabili e nelle politiche di adattamento climatico non è più solo una questione ambientale: è una scelta di sopravvivenza collettiva.

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