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Nonostante la Commissione Europea fornisca delle misure per contribuire allo sviluppo delle smart city, la Corte dei Conti Europea evidenzia alcune criticità che, se non risolte, ne ostacoleranno la diffusione nei prossimi anni.

Promuovere lo sviluppo delle smart city è parte dello sforzo europeo per la transizione ecologica. La Commissione Europea ha messo in campo diversi strumenti per agevolarne lo sviluppo e la diffusione tra cui piattaforme, finanziamenti, e altri mezzi di supporto. In un report dal titolo “Città intelligenti. Soluzioni concrete, ma la frammentazione ne ostacola una più ampia adozione”, la Corte dei Conti Europea ha messo in risalto come, per quanto utili, le misure non siano del tutto efficaci a supportare lo sviluppo di città intelligenti nel breve termine.

Cosa sono le smart city?

Le smart city, o città intelligenti, sono realtà urbane che gestiscono le risorse in modo intelligente puntando a diventare autosufficienti dal punto di vista energetico ed economicamente sostenibili, migliorando la qualità della vita dei propri cittadini.

Questi obiettivi sono raggiunti attraverso tre principali aree di intervento:

  • l’energia: una smart city utilizza sistemi energetici intelligenti, ovvero, utilizza energia da fonti rinnovabili, impianti di stoccaggio e fonti elettriche intelligenti per alimentare la città.
  • i trasporti: in una smart city, i residenti si spostano grazie alla mobilità intelligente: veicoli pubblici e/o privati elettrici, alimentati da energia rinnovabile, distribuita attraverso colonnine digitalizzate, accessibili via app.
  • la tecnologia: strumenti informatici e metodi di comunicazione digitali vengono utilizzati per fornire servizi ai cittadini delle smart city.

Gli strumenti UE per lo sviluppo delle smart city

Gli strumenti messi in campo dalla Commissione Europea a sostegno dello sviluppo delle smart city sono molteplici.

  1. NetZero Cities: una piattaforma che fornisce assistenza tecnica, normativa e finanziaria, anche attraverso opportunità di finanziamento.
  2. The Smart Cities Marketplace, una seconda piattaforma che costituisce una rete di soggetti pubblici e privati coinvolti nella realizzazione delle Smart city e che include amministrazioni comunali, imprese, banche, ricercatori e investitori. Questa piattaforma offre anche servizi gratuiti come masterclass, webinar e consulenze che aiutino i soggetti coinvolti a definire i diversi aspetti di un progetto di smart city.
  3. Lighthouse: un programma di finanziamento che, tramite un fondo da 400 milioni di euro, ha permesso di realizzare 18 progetti di smart city e di sperimentare elementi innovativi per la transizione energetica dei quartieri storici. Per ciascuno dei 18 progetti vengono scelte due città, localizzate in qualsiasi paese europeo, in cui sperimentare le soluzioni smart.
  4. Missione europea sulle città intelligenti e a impatto climatico zero: questa Missione pone uno degli obiettivi più ambiziosi: non solo realizzare 100 città climaticamente neutre entro il 2030, ma anche fare in modo che tutte le città europee seguano il loro esempio entro il 2050.

L’inefficacia degli strumenti UE secondo la Corte di conti

Come si vede, le iniziative sono numerose e molto ambiziose. Purtroppo, però, esse non sembrano risultare efficaci, e il report della Corte di Conti ne evidenzia i motivi.

1. Assenza di investimenti privati

Nonostante il programma Lighthouse abbia agevolato il passaggio delle città partecipanti allo status di smart city, la difficoltà nel reperire ulteriori finanziamenti ostacola la ripetibilità del processo.

Finora, le città che hanno avuto accesso a finanziamenti hanno utilizzato fondi pubblici comunitari, nazionali o regionali ma questi risultano insufficienti per la creazione di città intelligenti su larga scala.

I soggetti non riescono a trovare finanziamenti privati perché, come evidenziato dalla Corte dei Conti, le soluzioni progettuali risultano spesso troppo immature per attrarre investimenti a breve termine da parte di privati. La Corte dei Conti ha però stimato che la diffusione delle smart city è impossibile senza l’intervento di investitori privati in quanto le esigenze finanziarie dei progetti smart city superano di molto gli importi che la commissione europea ha fornito tramite gli strumenti sopra descritti.

2. Coordinamento insufficiente

Un’altra criticità evidenziata dalla Corte di Conti Europea è la mancanza di coordinamento, e quindi di complementarietà, tra le diverse misure. I programmi Lighthouse e Missione europea sulle città intelligente e a impatto climatico zero appartengono entrambe al programma di finanziamento europeo Horizon, hanno lo stesso obiettivo, ma sono

completamente scollegati. A causa di questa mancanza di comunicazione, l’esperienza maturata nelle smart city finanziate da Lighthouse è tante volte inutilizzabile dai progetti successivi che mirano a replicarne il percorso.

3. Difetti nel monitoraggio dell’efficacia

Secondo la Corte dei Conti, per come sono configurati, alcuni strumenti risultano fallaci nel misurare la propria efficacia. Mancando questi dati, è difficile comprendere come adattare gli strumenti stessi per superare le criticità e renderli più efficaci.

Il difetto nei sistemi di monitoraggio sta nell’aver fissato obiettivi qualitativi (come “promuovere la diffusione su larga scala di distretti a energia positiva” o “aumentare l’adozione di soluzioni di mobilità elettrica”) invece che indicatori quantitativi comuni che avrebbero reso possibile anche il confronto diretto tra i diversi strumenti stabilendo quale fosse il più efficace.

4. Crisi energetica del 2021

Tra i motivi dell‘inefficacia degli strumenti di supporto, la Corte dei Conti ha incluso anche un evento esterno e imprevedibile da parte della Commissione Europea: la crisi energetica del 2021.

L’aumento del costo dell’energia, la volatilità di prezzi, e l’incertezza riguardo all’approvvigionamento delle materie prime hanno indotto le imprese private e le autorità pubbliche a rimandare i progetti, rallentando così la diffusione delle smart city.

Raccomandazioni per il superamento delle criticità

Oltre che evidenziare i problemi, la Corte dei Conti Europea ha proposto anche alcune strategie di soluzione:

  • coordinare meglio gli strumenti Lighthouse e la Missione,
  • aumentare la consapevolezza e il coinvolgimento di cittadini,
  • valutare la capacità finanziaria delle città partecipanti alla Missione,
  • una volta completati i progetti, verificare se i risultati sono replicati altrove.

Conclusioni

Anche se gli sforzi dell’Unione Europea per supportare la diffusione delle smart city sono apprezzabili, gli strumenti messi a disposizione sono da migliorare altrimenti resteranno inadeguati al raggiungimento degli obiettivi. Una revisione strategica delle politiche è cruciale per garantire che le smart city raggiungano pienamente i loro obiettivi di sviluppo sostenibile.

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