Nel 2022, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e i successivi regimi sanzionatori hanno portato al centro del dibattito un tema che non è certo sorto, o diventato importante, solo 2 anni fa: l’indipendenza energetica dell’Italia.
Quello che è successo due anni fa, però, è che i cittadini sono diventati consapevoli di quanto l’Italia fosse dipendente da stati esteri per l’approvvigionamento dell’energia. Da allora, il percorso verso l’indipendenza energetica ha subito una accelerata. Ma a che punto siamo?
Cos’è l’indipendenza energetica di un paese?
Per l’Italia, essere energicamente indipendente significa essere in grado di soddisfare la richiesta energetica senza dipendere in modo significativo dalle importazioni dagli altri paesi. L’indipendenza energetica si ottiene quindi attraverso:
- Impianti di produzione di energia sufficienti. Parliamo di centrali elettriche o impianti alimentati sia da fonti rinnovabili che non rinnovabili.
- Approvvigionamento delle materie prime. Nelle centrali, l’energia elettrica viene prodotta a partire da materie prime che possono essere luce solare, vento, acqua, o combustibili fossili, petroliferi o gas naturali. Perché un paese sia energicamente indipendente deve essere autosufficiente anche per quanto riguardo l’approvvigionamento di queste fonti di energia.
E come sta messa l’Italia da questi punti di vista?
Autonomia energetica: la situazione in Italia
Secondo i dati del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per quanto riguarda la potenza installata, ovvero la potenza massima erogabile dalle centrali elettriche presenti nel territorio italiano, l’Italia è autosufficiente: a fronte di una richiesta di energia (massima) di 60,5 GW, le centrali esistenti sono in grado di erogare 116 GW. Non solo, da questo punto di vista, l’Italia è autosufficiente, ma abbiamo una sovrabbondanza di impianti di produzione.
Di queste centrali elettriche il 59,7% è rappresentato dal termoelettrico non rinnovabile, ovvero da centrali termiche alimentate da fonti non rinnovabili di cui:
- Il 6,1% è alimentato da combustibili fossili;
- Il 3,8% è alimentato da prodotti petroliferi e altri combustibili;
- Il 49,9% è alimentato da gas naturale.
Sotto l’aspetto dell’approvvigionamento delle materie prime, l’Italia non è autosufficiente. Anzi, è dipendente dalle importazioni per il 78% (in particolar modo per quanto riguarda gas e petrolio).
Nella strada verso l’indipendenza energetica, l’Italia deve quindi puntare ad abbandonare la produzione di energia da materie prime delle quali manca la disponibilità sul territorio e, d’altra parte, puntare sullo sviluppo e la diffusione di impianti ad energia rinnovabile.
L’Italia è indietro sul rinnovabile
Secondo uno studio dal titolo Verso l’autonomia energetica italiana: acqua, vento, sole, rifiuti le nostre materie prime, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A e presentato nel 2022, l’Italia è uno dei paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa (quintultima in classifica e migliore solo di Malta, Lussemburgo, Cipro e Belgio) nonostante si piazzi seconda per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili.
Se la quota dei consumi energetici complessivi coperta dalle rinnovabili è attualmente pari a circa il 19% del totale, stando a quanto riportato dallo studio sopracitato, l’Italia ha enormi margini di miglioramento in questo campo.
Per un paese il cui approvvigionamento energetico dipende per quasi il 60% da fonti non rinnovabili di cui non ha disponibilità (gas naturale, combustibili fossili e petrolio), è di certo il settore dell’energia rinnovabile a rappresentare il percorso da seguire verso l’autosufficienza energetica.
E come procede l’Italia in questo senso?
Nonostante siamo ancora lontani dall’autonomia (produciamo all’interno dei confini solo il 22% di tutta l’energia che consumiamo) stiamo facendo dei passi in avanti.
L’impegno dell’Italia verso l’autonomia energetica
Se è vero che l’Italia è uno dei paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa, è vero anche che è uno di quelli più impegnati nel cambiamento.
Dal 2000 al 2019, il livello di autosufficienza raggiunto in Italia è aumentato del 9% – contro il 3,7% della Francia e l’1,8% della Spagna.
La direzione intrapresa, come accennato, punta tutto sulle rinnovabili. In MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) fa sapere che gli investimenti in nuovi impianti alimentati da fonti rinnovabili sono in aumento.
Seguendo questa linea, a luglio 2023 il MASE ha presentato presso la Commissione Europea una proposta d’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, con il quale si prevede – tra gli altri obiettivi – un aumento degli investimenti per le rinnovabili di circa 30 miliardi di euro.
Quando si nomina il rinnovabile, il pensiero va automaticamente ai pannelli solari, ma è importante specificare che l’Italia può contare su un’altra risorsa natura e rinnovabile, il vento. Degli interventi proposti con il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, infatti, il 66% è destinato al settore del fotovoltaico e il 33% a quello dell’eolico off-shore (impianti eolici nei quali le turbine eoliche sono poste in mare aperto, ad alcuni chilometri dalla costa).
Il resto d’Europa
L’Italia sta compiendo grandi sforzi per diventare più autosufficiente e più green in termini energetici, ma lo stesso impegno è richiesto al resto d’Europa, in quanto gli obiettivi fissati dalle Direttive Europee sono sempre più ambiziosi:
- La Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED3) pone come obiettivo una riduzione del consumo energetico finale dell’Unione Europa dell’11,7% rispetto al 2020 da raggiungere entro il 2030.
- La Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED3) rende più ambizioso l’obiettivo che riguarda le rinnovabili: entro li 2030, esse dovranno rappresentare il 42,5% dei consumi in Unione Europea (in precedenza l’obiettivo era posto al 32%).
L’Agenzia Internazionale dell’Energia ha calcolato che per raggiungere questi obiettivi gli investimenti europei sull’energia pulita dovrebbero triplicare entro il 2030.
Conclusioni
L’Italia non è neanche lontanamente autosufficiente dal punto di vista energetico ma sta compiendo grandi sforzi per diveltarlo. La strada da percorrere va verso un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, con investimenti su impianti solari ed eolici off-shore.
Investimenti ingenti nel settore delle rinnovabili sono richiesti anche al resto d’Europa in quanto gli obiettivi che riguardano l’energia (dall’abbassamento dei consumi al potenziamento del settore produttivo) sono sempre più ambiziosi.


