Le piccole e medie imprese sono il vero motore dell’economia europea. Con circa 23 milioni di realtà attive, rappresentano quasi la totalità del tessuto imprenditoriale del continente e contribuiscono a oltre il 50% del PIL dell’Unione Europea. Eppure, nonostante questo peso strategico, il loro ruolo nella transizione energetica è ancora largamente sottoutilizzato.
Secondo una recente analisi realizzata dalla Solar Impulse Foundation in collaborazione con Schneider Electric Foundation, solo una PMI su dieci ha avviato investimenti strutturati in ambito di sostenibilità. Un dato che contrasta fortemente con le opportunità concrete che l’elettrificazione e la digitalizzazione possono offrire in termini di risparmio economico, riduzione delle emissioni e rafforzamento della competitività.
Efficienza energetica: una leva ancora poco sfruttata
Il rapporto evidenzia come l’adozione combinata di tecnologie elettriche e digitali possa portare a riduzioni dei consumi energetici tra il 20% e il 30%, con un abbattimento delle emissioni di CO₂ fino al 40% nei settori chiave dell’economia europea. Benefici che, se applicati su larga scala, potrebbero liberare entro il 2030 miliardi di euro di valore oggi inutilizzato.
Eppure, se è vero che la maggior parte delle PMI ha introdotto almeno una misura di efficientamento delle risorse, solo una minoranza ha sviluppato una strategia organica di decarbonizzazione, capace di integrare energia, processi e digitale in una visione di lungo periodo.
Un sistema elettrico da rinnovare
Il contesto infrastrutturale non è secondario. L’Europa si è posta l’obiettivo di aumentare il livello di elettrificazione dal 21,3% attuale al 32% entro il 2030, ma il percorso è complesso: circa il 40% della rete elettrica europea ha oltre quarant’anni e richiede interventi urgenti di ammodernamento. Le stime parlano di oltre 580 miliardi di euro di investimenti necessari entro la fine del decennio per rendere il sistema all’altezza delle nuove esigenze.
In questo scenario, le PMI risultano particolarmente esposte alla volatilità dei prezzi dell’energia, anche a causa delle loro dimensioni ridotte e del limitato potere contrattuale. Rafforzarne la resilienza significa quindi offrire strumenti concreti, accesso a soluzioni digitali e modelli di business più flessibili.
Rinnovabili in crescita, ma serve un cambio di passo
Un segnale positivo arriva dalla produzione di energia rinnovabile, che ha superato il 30% del mix elettrico europeo già nel 2023, contribuendo a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e l’esposizione alle oscillazioni dei mercati internazionali. Tuttavia, per tradurre questo progresso in vantaggio competitivo diffuso, è necessario coinvolgere più attivamente le PMI nella transizione.
Quattro direttrici per accelerare la trasformazione
Il rapporto individua alcune azioni prioritarie per consentire alle piccole e medie imprese di affrontare con maggiore solidità il cambiamento:
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rendere l’elettricità più competitiva attraverso una revisione della fiscalità energetica;
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semplificare e uniformare autorizzazioni, connessioni alla rete e standard tecnici;
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utilizzare in modo strategico i fondi pubblici per ridurre i rischi degli investimenti più capital intensive;
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promuovere modelli collaborativi e basati sui servizi, come l’energia “as a service”, gli acquisti condivisi e le partnership pubblico-private.
Efficienza come vantaggio competitivo
Il messaggio che emerge è chiaro: l’efficienza non è un costo, ma un moltiplicatore di valore. Ogni processo ottimizzato, ogni chilowattora risparmiato, ogni decisione supportata dal digitale contribuisce a rendere le imprese più solide, meno dipendenti da fattori esterni e più pronte a cogliere nuove opportunità di crescita.
Per le PMI europee, elettrificazione e digitalizzazione non rappresentano solo un aggiornamento tecnologico, ma una vera scelta strategica per restare competitive in un contesto economico sempre più complesso e interconnesso.


