La ZES Unica del Sud: possibile partenza tra mille difficoltà
La situazione complessiva
Con il termine ZES si intende riferirsi alle cosiddette Zone Economiche Speciali, aree geografiche designate dai governi di alcuni paesi con l’obiettivo di attirare investimenti stranieri, promuovere la crescita economica, creare nuovi posti di lavoro e stimolare lo sviluppo industriale.
Tecnicamente le ZES sono di solito caratterizzate da una serie di incentivi e agevolazioni fiscali, doganali e amministrative a vantaggio delle imprese che decidono di investire e di operare all’interno di queste zone. Gli incentivi possono includere sgravi fiscali, riduzione delle imposte sui redditi delle imprese, semplificazione delle procedure doganali, facilitazioni per l’acquisizione di terreni, agevolazioni per la crescita occupazionale della manodopera locale ed altre misure che rendono più attraente l’investimento nella zona.
Lo scopo principale delle ZES è quindi quello di favorire lo sviluppo industriale, promuovendo la promozione di beni e servizi, incoraggiando l’export e creando una sinergia tra le imprese presenti nell’area: spesso le ZES sono concentrati in aree geografiche strategiche, come porti, zone costiere oppure aree vicine ad importanti infrastrutture di trasporto, con l’obiettivo di facilitare l’accesso ai mercati interni.
Queste zone possono essere considerate come una forma di politica economica mirata, in quanto puntano a sfruttare il potenziale di crescita in specifici settori o regioni, creando così uno sviluppo economico più equilibrato all’interno del paese che le istituisce.
È importante sottolineare che ogni paese può avere la propria definizione ed il proprio approccio riguardo alle Zone Economiche Speciali, cosa che comporta notevoli variazioni da una zona all’altra: alcune delle ZES più famose includono la Zona Economica Speciale di Shenzen in Cina, la Zona Franca di Colòn a Panama e la Zona Franca di Dubai negli Emirati Arabi Uniti.
In Italia esistono delle ZES?
In Italia le ZES esistono e sono state istituite con l’obiettivo di stimolare l’attrazione di investimenti, promuovere lo sviluppo economico in specifiche regioni e creare nuove opportunità occupazionali.
Con il Decreto Sviluppo del 23 luglio 2019 è stato istituito eregolamentato il quadro normativo per la creazione delle ZES nel nostro paese: queste zone sono state individuate in diverse regioni ed offrono una serie di incentivi fiscali, agevolazioni doganali e semplificazioni amministrative per attrarre gli investitori.
Tra gli incentivi offerti alle imprese presenti nelle ZES italiane rientrano sgravi fiscali, esenzioni dal pagamento di alcune imposte, agevolazioni per l’assunzione di personale, semplificazione delle procedure burocratiche e doganali, altre misure finalizzate a favorire lo sviluppo industriale e commerciale.
Non vi è dubbio che le ZES Per l’Italia rappresentino un’occasione molto importante per promuovere la crescita economica in alcune aree specifiche del paese, riducendo gli squilibri territoriali ed aumentando la competitività delle regioni coinvolte.
La ZES unica: svolta per il Mezzogiorno d’Italia?
Di recente l’Unione Europea ha dato il via libera al progetto di creare una Zona Economica Speciale unica per le regioni del Sud Italia, suscitando notevole entusiasmo nel governo italiano, anche se i dettagli specifici del progetto devono ancora essere resi noti.
Contemporaneamente, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto una riforma delle ZES, con investimenti significativi di diversi miliardi di euro; questa riforma, già completata nella parte tecnica alla fine del 2021, ha come obiettivo quello di migliorare le attuali ZES territoriali istituite nel 2017, le quali finora hanno avuto difficoltà a decollare.
Una delle principali novità della riforma riguarda il ruolo ed i poteri del Commissario delle ZES: prima questa figura aveva solo un ruolo di “facilitatore” senza poteri decisionali, ma adesso ha la possibilità di prendere decisioni strategiche, agire come stazione appaltante ed operare in deroga alle regole contrattuali pubbliche; rappresenta l’unico interlocutore per gli investitori grazie anche ad uno sportello unico digitale ed all’autorizzazione unica. Le regioni dovranno quindi adattare i loro piani di sviluppo alle necessità delle ZES, concordandoli con il Commissario, che può contare su una struttura tecnica autonoma.
Gli investimenti nel Mezzogiorno sono stati considerati sempre come “l’ultimo treno” per il rilancio economico di queste zone: il PNRR destina finanziamenti significativi per interventi infrastrutturali e per il rafforzamento dei principali porti del Sud Italia, considerando anche le caratteristiche del territorio per stabilire puntualmente i punti nevralgici delle ZES.
Ad oggi, In Italia, sono attualmente in vigore otto differenti ZES, distribuite in diverse regioni del Sud a seguito della loro istituzione del 2017: esse offrono agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative per le imprese che vi si insediano; tuttavia, la riforma mira a potenziarle ulteriormente, ampliando le aree ed incentivando l’interesse degli investitori. Sei ZES ricadono nel territorio di singole regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Sicilia orientale, Sicilia occidentale e Sardegna, mentre due si estendono a cavallo tra regioni diverse, dando origine alla ZES Ionica Interregionale (Puglia e Basilicata) ed alla ZES Adriatica Interregionale (Puglia e Molise)
L’annuncio della Commissione Europea riguardo all’unificazione ufficiale delle ZES è stato accolto molto positivamente dal governo italiano: le città di Catania, Palermo, Napoli, Bari e Taranto, insieme alle rispettive ZES, potrebbero diventare un potente polo attrattivo per gli investimenti, contribuendo significativamente alla crescita economica del paese.
Il panorama legato alle agevolazioni economiche speciali
Il complesso delle agevolazioni economiche legate alle ZES esistenti in Italia può variare a seconda delle specifiche disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano ciascuna ZES: tuttavia, in generale, le agevolazioni offerte nelle ZES italiane includono:
- Sgravi fiscali: le imprese che si insediano in una ZES possono beneficiare di sgravi fiscali, come crediti d’imposta, esenzioni o riduzioni delle imposte sui redditi da esse prodotti; questi incentivi possono anche essere calcolati in base agli investimenti effettuati o alle nuove assunzioni realmente finalizzate;
- Riduzione delle imposte: le aziende operanti all’interno di una ZES possono beneficiare di una riduzione significativa delle imposte sui redditi di impresa, ottenendo quindi un incentivo importante in grado di ottimizzare i costi operativi;
- Agevolazioni doganali: le merci importate e/o esportate all’interno delle ZES possono godere di agevolazioni doganali, che consistono nella riduzione dei dazi e delle imposte sulle importazioni o sulle esportazioni, favorendo quindi il commercio internazionale e l’accesso ai mercati esteri;
- Semplificazioni amministrative: le ZES possono prevedere procedure semplificate per l’ottenimento di autorizzazioni e permessi, accelerando l’avvio delle attività delle imprese presenti nell’area;
- Accesso agevolato al credito: per le imprese insediate nelle ZES può esserci un accesso agevolato al credito mediante forme di prestito agevolato o mediante altre tipologie di sostegno finanziario specifico;
- Sostegno alla formazione ed alla ricerca; alcune ZES possono promuovere iniziative finalizzate alla formazione del personale ed alla ricerca e sviluppo, incoraggiando l’innovazione e lo sviluppo di competenze specifiche all’interno del loro territorio;
- Incentivi per l’occupazione: la creazione di nuovi posti di lavoro nell’area della ZES può essere incoraggiata per mezzo di specifiche agevolazioni collegate all’assunzione di nuova manodopera (si vedano gli accordi specifici con le Università e gli Its);
- Investimenti immobiliari: le imprese che investono nell’acquisto di terreni ed immobili all’interno delle ZES possono godere di agevolazioni fiscali specifiche.