Smaltimento dei pannelli fotovoltaici
senza dubbio i pannelli fotovoltaici rappresentano una tecnologia molto utile ed interessante ma non bisogna dimenticare che essi contengono materiali che possono essere dannosi per l’ambiente, come il vetro, il silicio ed alcune tipologie di metalli: per questo motivo, si consiglia di non smaltirli insieme ai rifiuti domestici, ma di effettuare un corretto smaltimento finalizzato alla riduzione di qualsivoglia impatto ambientale.
Al momento attuale, ci possono essere diverse opzioni e tecniche per poter riciclare i pannelli fotovoltaici: il silicio rappresenta una risorsa decisamente preziosa, così come lo sono anche l’alluminio ed il rame; una volta recuperati correttamente, questi materiali possono essere nuovamente utilizzati per la produzione di nuovi pannelli o di altri prodotti appartenenti a categorie completamente differenti.
In alcuni paesi ed in alcune aree geografiche, come ad esempio l’Unione Europea, esistono regolamentazioni specifiche che impongono la raccolta ed il riciclo dei pannelli fotovoltaici giunti alla fine della loro vita: è quindi fondamentale una corretta informazione sulle normative locali esistenti e sulle società specializzate nella raccolta e nel riciclo di questi materiali, al fine di garantire un processo sicuro ed ecologico.
La situazione italiana
In Italia esistono specifiche normative che regolamentano lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici giunti a fine vita: le leggi esistenti regolano l’obbligo di raccolta differenziata e di riciclo dei pannelli fotovoltaici usati.
in particolare, la normativa italiana si concentra sui principi di responsabilità estesa del produttore (REP), stabilendo che quest’ultimo debba provvedere al recupero ed al riciclaggio dei propri prodotti giunti alla fine del loro ciclo vitale.
Bisogna coordinare questo principio di responsabilità estesa con le disposizioni del decreto legislativo n. 49/2014, il quale classifica i pannelli fotovoltaici come rifiuti speciali non pericolosi, prevedendo il loro smaltimento ai sensi del coordinato disposto del cosiddetto “Decreto Rifiuti” (D.lgs. 152/2006) e del Decreto RAEE (D.lgs n.151/2005).
Il risultato della combinazione di queste diverse normative conduce all’obbligo di conferimento dei pannelli fotovoltaici usati presso apposite strutture di raccolta e gestione dei rifiuti speciali, le quali provvederanno al loro smaltimento o al loro riciclo sulla base delle tipologie di materiali presenti.
Questo comporta l’obbligatoria adesione dei produttori ad un sistema collettivo di gestione dei RAEE oppure, in alternativa, il coinvolgimento di apposite società specializzate; ulteriori caratterizzazioni ed obblighi potrebbero rinvenirsi nelle normative locali, ragion per cui si consiglia di approfondire il quadro normativo verificando la presenza o l’assenza delle cosiddette “normative minori”.
Large solar panels are used to absorb the powerful solar rays emitted from the sun and convert these into power resources used to light up residential and commercial areas.
Pannelli fotovoltaici smaltiti: da rifiuto a risorsa possibile
INFOBUILD
Le operazioni di smaltimento
Qualunque processo tutto di riciclo dei pannelli fotovoltaici di regola prevede le seguenti fasi:
- Smantellamento: consiste nello smontaggio dei pannelli fotovoltaici al fine di favorire la successiva separazione dei materiali;
- Suddivisione e separazione: consiste nella suddivisione nella separazione dei materiali riciclabili in diverse categorie, come ad esempio il vetro, l’alluminio ed il silicio;
- Trasformazione: consiste nel dare nuova vita ai materiali precedentemente separati, i quali vengono trasformati in nuove materie prime oppure in nuovi prodotti.
Vantaggi per i proprietari dei siti
Partiamo dal presupposto che una delle principali caratteristiche di un impianto fotovoltaico consiste nell’avere un impatto praticamente irrilevante in relazione al sito dove esso viene costruito e messo in opera.
Le operazioni di infissione dei pali di sostegno delle strutture metalliche comportano inizialmente un impatto nei confronti del sottosuolo: tuttavia, una volta rimossi gli impianti, si può tranquillamente prevedere che il sito potrà ritornare alle condizioni ambientali originarie.
Da un punto di vista delle strutture cementizie (le fondazioni ad esempio) si può rilevare come queste siano sostanzialmente assenti oppure limitate a poche decine di metri cubi: anche queste opere possono essere facilmente rimosse, rendendo del tutto accessibile il ritorno del sito alle originarie condizioni.
Le stesse argomentazioni possono essere utilizzate la rimozione delle tubature interrate.
Il completamento delle operazioni di smantellamento avviene con un’operazione mirata di livellamento delle zone di terreno interessate: questo garantirà, dopo un’operazione di rivoltamento delle zolle sovrastanti con mezzi meccanici, la corretta aerazione del terreno, favorendo le condizioni utili ai fini della semina.
In questo caso sarà poi utilizzata e sparsa un’apposita miscela di sementi, la cui finalità sarà quella di creare un prato spontaneo originario, potenziando il rinverdimento delle aree precedentemente destinate ad ospitare l’impianto fotovoltaico.
Tutto ciò premesso, si può agevolmente comprendere come il sito potrà tornare completamente alle condizioni originarie nel giro di una stagione, recuperando le medesime potenzialità di utilizzo e di coltura.
Differenze nelle procedure di smaltimento
Per quanto riguarda le diverse tipologie di procedure di smaltimento, va sottolineato che i costi possono variare tra le ipotesi degli impianti fotovoltaici a terra e di quelli installati sulle coperture degli edifici.
Un’ulteriore ipotesi di variazione può anche riguardare le singole tipologie di componenti da smaltire o riciclare, e precisamente:
- Cavi elettrici;
- Componenti elettromeccaniche;
- Pannellature fotovoltaiche;
- Inverter destinati al fotovoltaico;
- Strutture metalliche di sostegno delle differenti tipologie di pannellature
Bisogna infatti tener presente che le strutture metalliche di sostegno, le componenti elettromeccaniche ed i cavi elettrici sono di regola composti da metalli quali rame ed alluminio, che potranno essere oggetto di riciclo come metalli nobili e, eventualmente, anche di rivendita.
I pannelli fotovoltaici invece sono soggetti ad una procedura di riciclo che si compone di due fasi ben distinte:
- Separazione: le diverse componenti assemblate quali silicio, vetro e cornice in alluminio vengono separate tra di loro;
- Riciclo: le diverse componenti disassemblate di cui al precedente punto sono smaltite secondo le procedure e le regole esistenti; la separazione avviene secondo un procedimento meccanico che riguarda prima il vetro e la cornice di alluminio, poi il foglio di plastica e, successivamente, gli altri materiali, che subiscono un procedimento termico specifico ai fini della separazione.
In conclusione
Dal quadro complessivo delineato nei conti precedenti derivano solamente indicazioni favorevoli: acconsentire all’installazione di un impianto fotovoltaico sul proprio terreno o sul proprio edificio conviene.
Un’indicazione assolutamente approssimativa e non esaustiva dei costi di smaltimento degli impianti fotovoltaici può riferirsi ad una stima di circa Euro 20.000 per ogni MW di potenza installata.
Si tratta di costi totalmente a carico dell’investitore, che è obbligato dalla legge all’emissione di una specifica fideiussione di garanzia a favore dell’ente che deve deliberare l’autorizzazione della costruzione ai sensi di legge: complessivamente, si può quindi rilevare che un impianto fotovoltaico presenta solo vantaggi per i proprietari che acconsentono alla costruzione e non comporta alcun costo o garanzia aggiuntiva.