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Nell’arcipelago delle Svalbard è stato installato l’impianto fotovoltaico più a Nord del pianeta. Sostituirà gli inquinanti generatori a diesel e farà da progetto pilota per altre realtà simili.

Nel circolo polare artico, per sei mesi all’anno, è notte 24 ore su 24. Installare un impianto solare in queste zone può non sembrare una buona idea. L’altro lato della medaglia è però che, per gli altri sei mesi, il sole non tramonta mai. Inoltre, le temperature bassissime rendono i pannelli ancora più efficienti. Sulla base di queste osservazioni è partita l’iniziativa di installare un impianto fotovoltaico nell’arcipelago delle Svalbard, in Norvegia, a soli 1300 km dal polo nord

L’impianto

Nelle Svalbard c’è una vecchia stazione radio e metereologica oggi riconvertita in centro turistico. L’arcipelago è raggiungibile solo in barca o in elicottero: non è quindi collegato alla rete elettrica norvegese e, fino a prima della messa in funzione dell’impianto solare, è stato alimentato attraverso numerosi e grandi generatori di corrente elettrica alimentati a diesel

La compagnia energetica Store Norske Energi ha installato in questo sito un impianto formato da 360 pannelli solari, ai quali si aggiungono circa 100 pannelli posizionati sui tetti degli edifici che fanno parte della ex stazione radio. A causa dei sei mesi di assenza di luce solare, l’impianto non riesce ad alimentare il sito al 100%, ma riesce comunque a fornire energia per il 50% dei fabbisogni del complesso di strutture. 

Costruire un impianto fotovoltaico così a Nord e in una regione così remota ha posto numerose sfide: oltre al trasporto dei materiali e del personale addetto, la struttura dell’impianto ha dovuto essere molto robusta. Per il momento, riferisce il portavoce di Store Norske, la struttura ha retto bene ai mesi estivi; si attende di vedere come reagirà ai mesi invernali, durante i quali venti e comuli di neve la metteranno a dura prova.

Gli obiettivi

L’esperto di energie rinnovabili di Store Norske, Mons Ole Sellevold, ha spiegato che l’obiettivo dell’impianto è produrre e accumulare più energia possibile durante i mesi estivi, in cui il sole non tramonta mai e si hanno 24 ore su 24 di luce, riducendo sempre di più la dipendenza dai generatori diesel.

Il vantaggio non è solo ambientale ma anche economico: con il costo dei carburanti in aumento in tutto il mondo, procurarsi il diesel per alimentare i generatori e trasportarlo fino all’arcipelago diventa sempre più costoso. L’investimento sui pannelli solari, pertanto, ha anche un obiettivo di ottimizzazione delle spese per questa minuscola comunità.

Impianto solare nel circolo polare articolo: non solo svantaggi

Se uno dovesse pensare al luogo ideale per installare un impianto solare penserebbe al deserto: sole, caldo e totale assenza di ombre costituiscono il setting ideale per garantire la maggiore efficienza dei pannelli solari. In realtà, non è proprio così. 

Ad esempio, anche se un impianto solare installato a 1000 chilometri dal polo nord ha il grosso svantaggio di essere inutilizzabile per sei mesi all’anno, anche questo sito ha caratteristiche che possono aumentare l’efficienza delle celle solari.

  • Le basse temperature

I pannelli solari (di qualsiasi impianto) sono esposti al sole, sono scuri, e hanno come principale funzione quella di assorbire la luce solare. Ergo, i pannelli solari, mentre sono in funzione, si scaldano molto. Il grande controsenso delle celle solari è che più si scaldano e meno diventano efficienti, ovvero, meno energia elettrica riescono a produrre a parità di superficie ed esposizione. 

Rispetto ad un impianto solare installato nel deserto, quindi, quello nelle Svalbard ha il grande vantaggio si essere esposto a temperature bassissime: i pannelli in funzione si scaldano meno e restano efficienti.

  • L’effetto albedo

L’albedo è la frazione di luce che, una volta che la radiazione abbia colpito una superficie, viene riflessa in tutte le direzioni. L’albedo può essere misurato (da un minimo di 0 a un massimo di 1) e corrisponde al potere riflettente di una superficie. L’effetto albedo maggiore osservabile sulla Terra è quello prodotto dalla neve fresca, il cui manto uniforme e bianco brillante ha un altissimo potere riflettente. L’albedo della neve fresca è circa 0,9!

I pannelli solari delle Svalbard, quindi, assorbono sia la luce solare proveniente direttamente dal sole, sia quella riflessa dal manto nevoso, andando ad aumentare ulteriormente la propria efficienza.

Progetti futuri

Come abbiamo visto, l’impianto fotovoltaico non basta a rendere indipendente la comunità delle Svalbard dal punto di vista energetico. I sei mesi invernali di buio totale lo rendono impossibile. Gli sforzi di  Store Norske Energi per rendere le Svalbard indipendenti dai combustili fossili, però, non terminano qui: sono in fase di studio e progettazione impianti eolici che dovrebbero servire a produrre energia nei mesi di oscurità e completare così la transizione verde della regione.

Un progetto pilota

Il progetto di Isfjord Radio è un progetto pilota in cui si testano tecnologie che potrebbe segnare un punto si svolta per tutto l’Artico. 

Come Svalbard, tanti altri siti dell’estremo settentrione non sono raggiunti dalle reti collegate alle centrali elettriche del continente e dipendono totalmente dai generatori a diesel. Fornire fonti di energia alternative, rinnovabili, ed ecologiche – che non emettano, cioè,  gas a effetto serra – sarebbe un punto di svolta importante per la lotta al riscaldamento globale.

L’innalzamento delle temperature è un problema che affligge particolarmente l’estremo Nord: negli ultimi 40 anni, l’Artico di è riscaldato quasi quattro volte più velocemente del resto del pianeta, provocando lo scioglimento dei ghiacci e uno sconvolgimento degli ecosistemi. Se il progetto delle Svalbard avrà successo, il modello potrebbe essere adattato anche alle altre comunità remote del Nord che hanno gli stessi bisogni e che si stanno confrontando con lo stesso tipo di problemi.

Conclusione

L’installazione dell’impianto fotovoltaico nell’arcipelago delle Svalbard, il più al Nord del pianeta, rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile per affrontare le sfide energetiche di una regione così remota e estrema. Se il progetto avrà successo segnerà un punto di svolta per molte comunità artiche che avranno la possibilità di ridurre, fino ad eliminare, la loro dipendenza dai combustibili fossili.

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