Fine del mercato tutelato per l’energia: a chi conviene e chi ci rimette?
Il 2024 sarà l’anno che sancisce definitivamente il passaggio al mercato libero dell’energia. Il Decreto Legge (cosiddetto) “Energia” ha messo nero su bianco le due tappe fondamentali dello stop al mercato tutelato: il 10 gennaio è la data fissata per il gas, e il 1 aprile è quella fissata per l’elettricità.
Ma cos’è il mercato libero, e in cosa è diverso da quello tutelato? Ci saranno vantaggi o solo svantaggi per i cittadini?
Cos’è il mercato libero dell’energia?
Il mercato libero fa riferimento ad un mercato in cui l’energia non viene erogata da un unico fornitore che ne detiene il monopolio statale ma, al contrario, gas e elettricità vengono forniti da aziende private tra le quali vi è concorrenza su prezzi e fornitura dei servizi.
Nel mercato tutelato, invece, i prezzi di gas e luce sono regolati dalla ARERA – Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
Il mercato dell’Energia – gas e luce – in Italia è nato come mercato tutelato, con l’Ente nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL) che ne deteneva il monopolio statale. Negli anni ‘90, con il decreto legge n. 79 – meglio noto come Decreto Bersani – il mercato è stato liberalizzato: accanto alla fornitura “Statale”, sono nate molte aziende private per la fornitura di gas e luce, con i cittadini che hanno potuto scegliere liberamente a quale fornitore rivolgersi.
Per il 2024 è previsto un ulteriore cambiamento: lo stop totale e definitivo al mercato tutelato. Il mercato dell’energia diventa totalmente libero, ma si tratta di un vantaggio o di uno svantaggio per i cittadini? L’assenza di tutele farà schizzare i prezzi alle stelle oppure la concorrenza libera consentirà ai cittadini di avere accesso anche a opzioni più economiche? Man mano che ci avviciniamo al 2024, il dibattito si sta trasformando in scontro politico. Vale la pena quindi fare un po’ di chiarezza.
La fine delle tutele di prezzo
L’abbandono delle tutele sui prezzi di elettricità e gas è stato deciso nel 2017 e prevedeva la scadenza per l’attuazione entro il 2019, data che è stata rinviata più volte fino ad arrivare al 2024. Dal 2017, il numero di consumatori domestici tutelati si è notevolmente ridotto: al 2023, solo il 30% dei consumatori è “tutelato” e, di questi, circa il 50% rientra nella categoria dei vulnerabili (soggetti anziani, disabili o percettori di bonus speciali in quanto vivono in situazioni di disagio).
Dal momento che per la categoria dei “vulnerabili” è prevista la prosecuzione del regime di tutela, il cambiamento previsto per il 2024 riguarderà solo il 15% dei consumatori attuali (circa 5 milioni di persone). Ma di quale portata di cambiamento si tratta?
I consumatori tutelati pagano effettivamente di meno?
Che le tariffe per i consumatori tutelati siano più basse rispetto a quelle accessibili nel libero mercato non è poi così scontato. È vero che fino al 2021 le tariffe tutelate sono state mediamente più basse di quelle libere; la crisi energetica del 2022, però, ha aumentato i costi di gas e luce ed è stato il libero mercato ad offrire ai consumatori tariffe fisse e bloccate che gli hanno consentito di spendere meno dei tutelati.
Lo stop alla tutela, quindi, non corrisponde necessariamente ad un immediato salto in alto del costo delle bollette per i cittadini che smetteranno di avere accesso ad essa. E questo è ancor più vero se teniamo conto del servizio a tutela graduale.
Servizio a tutale graduale
Il servizio a tutela graduale è un meccanismo studiato per evitare che l’imminente cessazione delle tutele costringa tanti cittadini a scelte frettolose che li porterebbero a spendere molto di più nel breve termine.
I clienti che a gennaio non sceglieranno attivamente un’offerta verranno automaticamente assegnati a fornitori alternativi individuati attraverso aste al ribasso: a vincere sarà l’azienda in grado di fornire gas e luce ai prezzi più bassi.
Con questo sistema, i circa 5 milioni di cittadini che smetteranno di usufruire della tutela si troveranno a spendere cifre simili o inferiori rispetto a quelle attuali, ma di sicuro non più alte.
L’impatto sul mercato in generale
Finora abbiamo parlato di come lo stop al mercato tutelato impatterà le spese dei cittadini che finora vi hanno fatto ricorso; ma quale sarà, invece, l’impatto sul mercato in generale? I prezzi nel mercato libero ne risentiranno?
Se finora i fornitori privati di gas e luce hanno dovuto competere con i prezzi, generalmente, più bassi offerti del mercato tutelato, la preoccupazione è che, una volta eliminate le tutele, non ci sia più niente a impedire ai prezzi di schizzare in alto.
In realtà, quando il passaggio al mercato libero sarà completo, il mercato dell’energia dovrebbe subire le stesse dinamiche che riguardano anche ogni altro settore del mercato, dove i prezzi sono dipendenti dal rapporto tra la domanda e l’offerta e dalla libera concorrenza.
Da gennaio in poi, non ci sarà più niente che vieti a un fornitore di proporre prezzi esorbitanti, ma non ci sarà neanche niente che vieti a un altro ente di fornire gli stessi servizi a prezzi inferiori accaparrandosi tutti i clienti. Questa è la logica della libera concorrenza che governa tutti i mercati. E’ il motivo per cui un chilo di pane non costa 1 euro in un negozio e 7 in un altro; allo stesso modo, ci si aspetta che la libera concorrenza agisca in maniera naturale nel mantenere i prezzi dell’energia entro range ragionevoli.
Conclusioni. Stop al mercato tutelato: chi ci guadagna e chi ci rimette?
A guadagnarci dalla fine del mercato tutelato saranno in primo luogo i fornitori di energia privati che avranno modo di accaparrarsi molti nuovi clienti, anche grazie alle aste.
Per quanto riguarda i consumatori, quelli costretti al passaggio a un altro fornitore non dovrebbero trovarsi a pagare di più. Anzi, grazie al meccanismo del servizio a tutale graduali, per i primi 3 anni potrebbe verificarsi addirittura un risparmio in bolletta.
I prezzi generali risentiranno per i primi anni della presenza delle aste al ribasso che costringeranno i competitor ad adeguarsi, e in seguito si assesteranno su range governati dalla libera concorrenza.
A rimetterci, invece, sarà di sicuro Enel che si troverà a perdere molti clienti con la possibilità, nel migliore dei casi, di riacquisirne una parte.
Lo stop definitivo al mercato tutelato è stato rinviato molte volte, ma stavolta la scadenza sembra improrogabile. Un ulteriore rinvio servirebbe solo a ritardare le conseguenze sopra descritte di qualche mese, e sarebbe inutile sia per i cittadini che per le aziende.
In vista dello stop, per i cittadini, soprattutto per coloro che dovranno cambiare fornitore, sarà fondamentale informarsi adeguatamente e essere a conoscenza dei meccanismi descritti in questo articolo.