Gli investimenti sul biometano vanno a rilento: solo 51 progetti ammessi ai finanziamenti
L’Italia si è posta obiettivi ambiziosi per quanto riguarda l’utilizzo del biometano ma gli investimenti non vanno come sperato: i numeri del secondo bando per lo sviluppo del biometano lo confermano.
La transizione energetica del Paese non passa solo attraverso l’energia solare. Parte della cosiddetta rivoluzione verde è anche lo sviluppo dell’utilizzo del biometano, una fonte di energia rinnovabile che si ottiene dalle biomasse agricole e agroindustriali.
All’interno del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con cui il governo intende risanare le perdite economiche causate dalla pandemia, sono stati pertanto anche individuati strumenti finanziari a sostegno dello sviluppo di queste tecnologie.
Dopo la pubblicazione del secondo bando, però, il bilancio non è positivo: i progetti finanziati, a quanto pare, sono ancora troppo pochi.
Cos’è il biometano?
Il biometano è un gas paragonabile al gas naturale che si ottiene da prodotti e sottoprodotti della filiera agricola (colture dedicate, scarti agricoli e deiezioni animali), dalla filiera agroindustriale (scarti della lavorazione della filiera alimentare) e dai rifiuti organici. Il gas si ottiene da queste fonti attraverso un processo di digestione anaerobica durante il quale la sostanza organica viene degradata e trasformata in biogas. Segue un processo di purificazione e raffinazione chiamato “upgrading” in cui impurità come azoto, ammoniaca, e anidride carbonica vengono eliminate in modo che il gas possa essere immesso nella rete del gas naturale. Il biometano così formato ha un alto contenuto di metano (CH4 al 95%) e solo una piccola percentuale di anidride carbonica; è una fonte di energia rinnovabile che si presta ad essere utilizzato come carburante nel settore dei trasporti e in quello delle utenze domestiche.
Gli obiettivi del Governo per lo sviluppo del biometano
Gli obiettivi che il governo si è posto per lo sviluppo del biometano sono molto ambiziosi: con un investimento complessivo di 1,92 miliardi di euro, si propone di:
- sviluppare una produzione di biometano per almeno 600 milioni di metri cubi grazie alla riconversione degli impianti entro il dicembre 2013;
- sostituire almeno 300 trattori con mezzi alimentati a biometano ed equipaggiati con strumenti per l’agricoltura di precisione entro giugno 2023;
- raggiungere una produzione di biometano pari ad almeno 2,3 miliardi di metri cubi grazie alla riconversione e all’efficientamento degli impianti entro giugno 2016.
L’obiettivo complessivo, infine, è di migliorare di 2,3 – 2,5 miliardi di metri cubi la produzione di biometano, cosa che permetterebbe di ridurre l’utilizzo di gas a effetto serra dell’80%.
DM del 2022: incentivi alla produzione di biometano
Per raggiungere questi obiettivi, il Governo ha inserito nel PNRR strumenti di finanza agevolata appositi: il DM del 15 settembre 2022, “Sviluppo del biometano secondo criteri per promuovere l’economia circolare“, ha previsto l’apertura di 4 bandi per l’assegnazione di contributi in conto capitale a supporto della realizzazione di nuovi impianti per laproduzione di biometano e la riconversione a biometano di impianti di biogas agricoli esistenti.
A luglio 2013 è stata pubblicata la graduatoria del primo bando: sono stati ammessi ai finanziamenti 61 progetti per una capacità produttiva totale di 29.978 Smc/h, la metà del contingente messo in gara. Gli esiti del primo bando, pertanto, sono stati deludenti.
E come è andato il secondo bando?
Secondo bando per lo sviluppo del biometano: 51 progetti ammessi ai finanziamenti
Alla pubblicazione delle graduatorie relative al secondo bando per lo sviluppo del biometano risultano ammessi ai finanziamenti solo 51 progetti per una capacità produttiva totale di 25.881 Smc/h (standard metri cubi orari). Il contingente di capacità produttiva messo in gara era di 108.172,28 Smc/h: non è stato raggiunto neanche un quarto del contingente meno a disposizione.
Il secondo bando non solo conferma l’insuccesso del primo ma ottiene un risultato addirittura peggiore. Di questo passo, il raggiungimento degli obiettivi posti per il 2026 in merito allo sviluppo del biometano paiono un lontano miraggio.
Le aspettative per il terzo bando
Per il 22 dicembre 2013 è prevista l’apertura di un terzo bando per lo sviluppo del biometano. In questa circostanza ci si aspettano risultati migliori per alcuni motivi tra cui il ricalcolo delle tariffe di riferimento che verranno aggiornate secondo l’Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l’Intera Collettività (NIC), in coerenza con l’inflazione media cumulata dal 2011 ad oggi. Il GSE (l’ente che gestisce l’erogazione degli incentivi) ha
fatto sapere che per il 15 dicembre 2013 è prevista la pubblicazione, da parte dell’ISTAT, dell’indice NIC aggiornato a novembre 2023 necessario per il calcolo dell’adeguamento tariffario.
Secondo Vinicio Mosé Vigilanti, amministratore delegato del GSE, anche una maggiore consapevolezza da parte degli operatori riguardo alle procedure dovrebbe migliorare i risultati della terza procedura; a questo proposito il GSE sta organizzando un webinar per massimizzare la partecipazione.
Nelle sue dichiarazioni, il Ministro dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico rimane fiducioso: “ci auguriamo ancora una maggiore partecipazione nella terza gara, per dare una forte spinta a questo vettore centrale per la transizione”.
Certo è che le misure per aumentare la partecipazione messe in alto tra il primo e il secondo bando e lo sforzo per superare alcune incongruenze documentali riscontrati nel primo bando non hanno ottenuto gli effetti sperati visto che, come abbiamo evidenziato, la partecipazione al secondo bando è stata addirittura inferiore.
Conclusioni
Al netto dei dati a disposizione dopo la pubblicazione del secondo bando, il bilancio sulle misure messe in atto per incentivare lo sviluppo del biometano è negativo. Il fallimento delle misure del PNRR può essere ricondotto a diversi fattori tra cui una scarsa consapevolezza riguardo a questa preziosa risorsa. L’attenzione predominante sul settore solare ha contribuito a trascurare altre aree di investimento e sviluppo, compromettendo così il potenziale del biometano.
Tuttavia, è fondamentale riconsiderare l‘importanza del biometano come fonte energetica rinnovabile poiché offre vantaggi significativi: riduzione delle emissioni di gas serra, recupero degli scarti organici, trasformazione delle aziende in entità più efficienti ed ecologiche… Inoltre, la promozione del biometano può generare nuove opportunità occupazionali nel settore, contribuendo così ad una transizione sostenibile e prospera.