Il DL Agricoltura è ufficiale: ecco tutte le novità
Il Decreto Legge Agricoltura approvato il 15 maggio 2024 introduce varie misure significative per il settore agricolo italiano. Ecco alcuni punti chiave del decreto:
- Fotovoltaico: È stato deciso di limitare l’installazione di impianti fotovoltaici a terra, preservando i terreni agricoli produttivi. Tuttavia, alcune aree residuali, come le fasce vicine agli svincoli autostradali, potranno ancora ospitare questi impianti. Il decreto mira a salvaguardare i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per il Parco Agrisolare e l’agrivoltaico.
- Investimenti Pnrr: I progetti di fotovoltaico già approvati o previsti dal Pnrr sono esenti dalle nuove restrizioni. Questo significa che gli investimenti destinati a questi progetti continueranno a essere sostenuti, garantendo il progresso verso gli obiettivi di energia rinnovabile del paese.
- Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): Il decreto non impone limiti alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), che possono continuare a svilupparsi. Le CER sono gruppi di utenti che si uniscono per produrre, consumare, e gestire l’energia attraverso fonti rinnovabili locali, spesso includendo impianti fotovoltaici.
- Impianti agrivoltaici: Gli impianti agrivoltaici, che integrano la produzione agricola con quella energetica mediante pannelli sollevati da terra, sono espressamente consentiti. Questo approccio permette la coltivazione sotto i pannelli e la produzione di energia, rappresentando una soluzione sostenibile che combina agricoltura e tecnologia solare.
Impianti fotovoltaici su terreni agricoli: cosa prevede il nuovo DL agricoltura?
Il Decreto Legge sull’agricoltura include importanti misure relative all’installazione di impianti fotovoltaici sui terreni agricoli. In particolare, il decreto impone restrizioni significative all’installazione di pannelli fotovoltaici a terra nelle zone classificate come agricole, per evitare il consumo di suolo destinato alla produzione agricola.
Le nuove regole permettono l’installazione di pannelli solari solo se sollevati da terra, consentendo così la coltivazione sottostante. Inoltre, saranno possibili impianti fotovoltaici in aree come cave e lungo le autostrade. I progetti già approvati o previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) non saranno interessati da queste restrizioni.
Questa decisione è stata presa per limitare l’installazione “selvaggia” di fotovoltaico a terra e proteggere i terreni agricoli di pregio, in risposta anche alle richieste di associazioni come Coldiretti. Tuttavia, il decreto ha suscitato critiche da parte di chi vede nella limitazione un ostacolo agli obiettivi climatici e allo sviluppo delle energie rinnovabili. Il Ministero dell’Ambiente, infatti, considera l’agrivoltaico una soluzione strategica per incrementare la produzione di energia rinnovabile in Italia.
Queste misure dimostrano un approccio bilanciato del governo, volto a proteggere il suolo agricolo senza compromettere gli investimenti strategici nelle energie rinnovabili. L’obiettivo è garantire una transizione energetica sostenibile che supporti l’economia agricola e contribuisca agli obiettivi climatici nazionali.
Investimenti Pnrr: cosa cambia con il nuovo decreto
Il Decreto, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), prevede significativi investimenti nel settore agricolo italiano. Il governo ha stanziato 400 milioni di euro per promuovere l’innovazione e la meccanizzazione agricola. Questo investimento è destinato a modernizzare il parco macchine agricole, con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale.
Il decreto prevede contributi fino al 65% dei costi di investimento per le aziende agricole, percentuale che può arrivare all’80% per i giovani agricoltori. Questi fondi mirano a migliorare l’efficienza delle operazioni agricole, riducendo l’impatto ambientale attraverso l’adozione di nuove tecnologie.
Inoltre, sono previsti bandi specifici emanati dalle Regioni e dalle Province autonome, per i quali le scadenze e le modalità di partecipazione verranno gestite dai singoli enti locali.
Questo piano fa parte della Missione 2 del PNRR, che si concentra su “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, con l’obiettivo di rendere l’agricoltura italiana più competitiva e sostenibile.
CER: cosa prevede il nuovo decreto?
Il decreto favorisce la transizione energetica e il raggiungimento degli obiettivi climatici anche sostenendo la formazione di comunità energetiche. Ecco i punti salienti del decreto:
- Incentivi finanziari:
- Contributi a fondo perduto: Le comunità energetiche nei comuni con meno di 5.000 abitanti possono ottenere un contributo fino al 40% dei costi ammissibili, sostenuto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per una capacità complessiva di 2 gigawatt fino al 30 giugno 2026.
- Tariffa incentivante: È prevista una tariffa agevolata per l’energia rinnovabile prodotta e condivisa su tutto il territorio nazionale, con un tetto massimo di 5 gigawatt fino al 2027. Questo incentivo può essere combinato con il contributo a fondo perduto.
- Spese ammissibili:
- Realizzazione di impianti a fonti rinnovabili.
- Fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo.
- Acquisto e installazione di macchinari e attrezzature.
- Opere edili necessarie, connessione alla rete elettrica, studi di prefattibilità, progettazioni, e consulenze tecniche.
- Modalità di partecipazione:
- I beneficiari possono essere cittadini, condomìni, piccole e medie imprese, enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi.
- È necessario che produttori e consumatori siano ubicati nella stessa area geografica connessa alla stessa cabina elettrica primaria.
- La comunità deve costituirsi come entità legale, spesso sotto forma di associazione o cooperativa, senza fini di lucro.
- Processo di accesso agli incentivi:
- La richiesta deve essere presentata tramite il portale del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), con specifici passaggi per la valutazione dei requisiti e l’erogazione degli incentivi.
Queste misure mirano a promuovere l’autoconsumo diffuso e la produzione di energia rinnovabile, contribuendo alla sostenibilità energetica e alla riduzione dei costi energetici per le comunità locali.
Il decreto agricoltura 2024 e il definitivo via libera ai progetti agrivoltaici
Il Decreto Agrivoltaico 2024, introduce importanti incentivi per la realizzazione di impianti agrivoltaici in Italia. L’obiettivo del decreto è installare almeno 1,04 gigawatt di nuovi impianti che combinano la produzione di energia rinnovabile con l’attività agricola, contribuendo così alla transizione energetica del paese.
I principali aspetti del decreto a favore dell’agrivoltaico includono:
- Incentivi Finanziari:
- Contributo a fondo perduto: Fino al 40% delle spese ammesse per la realizzazione degli impianti.
- Tariffa incentivante: Applicata alla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete, con un budget stanziato di circa 21 milioni di euro.
- Requisiti per gli Impianti:
- Gli impianti devono possedere il titolo abilitativo alla costruzione e all’esercizio, un preventivo di connessione alla rete elettrica accettato e rispettare specifici requisiti di superficie agricola e producibilità elettrica.
- Devono garantire la continuità delle attività agricole e pastorali sottostanti e devono essere conformi alle norme ambientali nazionali e unionali.
- Tempistiche:
- Gli impianti devono entrare in esercizio entro 18 mesi dalla comunicazione dell’esito della procedura, e comunque non oltre il 30 giugno 2026. In caso di ritardi, è prevista una decurtazione della tariffa incentivante dello 0.5% per ogni mese di ritardo, fino a un massimo di nove mesi.
Il decreto rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità energetica, integrando la produzione di energia rinnovabile con le attività agricole, migliorando la redditività dei suoli e contribuendo agli obiettivi climatici del paese .
Ulteriori provvedimenti del DL agricoltura
Oltre alle restrizioni sul fotovoltaico a terra e alle altre agevolazioni che abbiamo approfondito (quelle cioè a sostegno dell’agrivoltaico e delle comunità energetiche), il decreto include misure di sostegno per le imprese agricole in difficoltà, come la sospensione delle rate dei mutui e indennizzi per i frutticoltori colpiti da calamità naturali. Sono previsti anche sgravi contributivi e fiscali per i lavoratori agricoli nelle zone colpite da alluvioni.
- Sostegno finanziario: Sono previsti indennizzi per il settore vitivinicolo colpito dalla peronospora e dalla flavescenza dorata. Inoltre, AgriCat riceverà un aumento del fondo di dotazione di 5 milioni di euro per migliorare l’efficienza delle sue operazioni.
- Pratiche commerciali sleali: Il decreto introduce norme per garantire un equilibrio nella filiera agricola. I prezzi nei contratti scritti non potranno essere inferiori ai costi medi di produzione, salvo eccezioni specifiche. Vengono potenziati i controlli e incrementate le risorse a ISMEA per certificare questi costi.
- Peste suina africana (Psa): Sono stati stanziati 20 milioni di euro per combattere la diffusione della peste suina africana, includendo anche l’intervento dell’Esercito Italiano e delle associazioni di Protezione Civile .
- Integrazione di sistemi: AGEA incorporerà la società che gestisce il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) per migliorare l’efficienza dei pagamenti agli agricoltori
- Emergenza siccità in Sicilia: È stato dichiarato lo stato di emergenza per la siccità in Sicilia, con un fondo di 20 milioni di euro stanziato per affrontare la crisi.
Queste misure riflettono l’impegno del governo italiano a supportare e innovare il settore agricolo, affrontando sia le emergenze immediate che le sfide strutturali a lungo termine.