Fine vita pannelli: come rendere sostenibile lo smaltimento?
Che fine fanno i pannelli solari? Come funziona il loro smaltimento una volta che hanno smesso di funzionare? Sulle pratiche di smaltimento dei pannelli si sono accesi numerosi dibattiti, soprattutto tra gli ambientalisti. Sono numerosi, infatti, coloro che sostengono che lo smaltimento dei pannelli finisca con il generare una percentuale di inquinamento maggiore dei benefici che ne derivano durante il loro funzionamento, in termini di produzione energetica e obiettivi green.
L’associazione SolarPower Europe si è occupata del fine vita dei pannelli aprendo un dibattito in merito alla possibilità di migliorare il processo di smaltimento ad essi correlato. L’associazione ha elaborato numerosi studi che alla fine sono stati raccolti in uno studio che ha messo insieme oltre 30 esperti in materia green e riciclo rifiuti. Ciascuno di loro ha messo a disposizione il proprio noau per porre l’attenzione su un problema che diventa cruciale per il futuro stesso della transizione.
Secondo l’amministratore delegato di Solar Power Europe, Walburga Hemetsberger, il dibattito sul fine vita dei pannelli è fondamentale per il successo del percorso verso la transizione energetica. Sostenere il riciclo intelligente dei pannelli fuori uso e lavorare per rendere sostenibile anche il processo del loro smaltimento è un lavoro centrale tanto quanto quello portato avanti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Produzione di energia green e smaltimento dei pannelli camminano insieme verso la salvaguardia dell’ambiente.
Cosa dice l’unione Europea a proposito del fine vita dei pannelli?
Allo stato attuale, l’Unione Europea regolamenta lo smaltimento dei pannelli solati attraverso l’EPR, ovvero il Principio della Responsabilità Estesa del Produttore, la direttiva in materia Ricilo Rifiuti, la direttiva RAEE e la Direttiva Batteria. Quest’ultima a breve sarà sostituita dal nuovo “Regolamento Batterie“; infine, esiste il Regolamento sugli imballaggi e tutte le norme legate all’ecodesign.
Al momento un pannello solare viene identificato come”un rifiuto” nel momento esatto in cui cessa di funzionare; anche dopo i tentativi di riparazione. Tuttavia, bisogna sapere che il concetto di rifiuto non è identico a quello di fine vita, specie quando si tratta di pannelli solari. Nel momento in cui un pannello non è più utile (quindi dopo almeno 25 anni di funzionamento), secondo gli esperti possiede ancora l’80% di capacità produttiva in termini di generazione di energia. Questa energia che ancora esiste nella potenza del pannello può essere prodotta applicando al modulo fotovoltaico un’estensione e quindi dandogli una seconda vita.
Tra le possibilità di rendere sostenibile il fine vita dei pannelli, quindi c’è sicuramente quella di riutilizzarli. Proprio perchè il fine vita non coincide con la fine della loro utilità. Chiaramente non tutti i moduli fotovoltaici dopo 25 anni sono in grado di essere riutilizzati. Per donare ad un pannello una seconda vita è fondamentale assicurasi che ci sia una percentuale minima di produzione energetica ancora possibile. Il mercato dei pannelli fotovoltaici “di seconda mano” in Europa è molto fiorente; a farlo funzionare bene sono soprattutto piccoli commercianti di moduli che “rimettono in circolo” i pannelli che hanno smesso di funzionare vendendoli off line (ma soprattutto mediante piattaforme on line) sia ad aziende che a clienti finali; in questo modo, diventano protagonisti indispensabili nella possibilità di riutilizzare i pannelli e rimetterli in funzione prima di arrivare al definitivo smaltimento.
Il riciclo dei pannelli è ancora oggi una sfida aperta che dovrà mettere al lavoro – fianco a fianco – aziende e studiosi; la possibilità dello smaltimento totale dei pannelli solari è una sfida così importante che determinerà il reale successo futuro della transizione energetica. Quel che è certo è che ad oggi i pannelli solari possono essere riciclati mediante tre tecniche diverse: per via meccanica, chimica o termica. Ma in linea di massima tutti e tre i processi restituiscono materie prime che hanno una qualità inferiore rispetto ai materiali del pannello originario. In questo orizzonte di ricerca, di tecnologia e di sperimentazione si inserisce il futuro del fotovoltaico. Secondo l’Associazione, il valore della materia generata dal riciclo dei pannelli può aumentare per cui non è solo importante recuperare il materiale dai moduli in termini di quantità; ma aumentare la qualità del materiale di recupero in modo da massimizzarne lo sfruttamento. Potremmo dire che il successo futuro del fotovoltaico passa proprio per la sua fine.